giovedì 4 settembre 2008

Rivelazioni di un custode



Pubblichiamo uno stralcio dell'audioracconto, che non tutti hanno avuto occasione di leggere e di ascoltare, di Massimiliano Ciriolo e Giuseppe Negro presentato sotto un albero dei Paduli il 3 agosto 2008:





Esistono persone che fungono da custodi di altre persone o animali o luoghi.
Dei custodi invisibili. E il dono dell’invisibilità è legato alla propria inconsapevolezza di tale funzione toccata in sorte: a differenza di qualsiasi altra attività umana socialmente riconosciuta, l’esercizio del custodire a cui ci riferiamo non richiede né competenza né coscienza del ruolo ricoperto, anzi le rigetta. I custodi invisibili sono persone con una sensibilità estremamente sviluppata ed incline a pagare con tormenti interiori le delusioni per il mancato riconoscimento della dedizione profusa..

I custodi danno sé stessi senza saperlo, e sempre senza saperlo sospirano perché nessuno dice loro “grazie di esistere”.

Abbiamo conosciuto un custode. Naturalmente non abbiamo alcuna prova oggettiva da esibire né la sua autocertificazione perché,come dicevamo, non sa d’esserlo. È una questione di sensazioni, intuizioni, indizi, sesto senso di chi scrive.

Il custode del Nuraghe Capuderva, situato in uno dei molti cuori dei Paduli, è un uomo tra i 30 e i 40 anni, abitante di uno dei paesi che delimitano i Paduli. I frequentatori abituali dei paduli si dividono in agricoltori, podisti, ciclisti, artisti e meditatori. Il nostro custode è o è stato tutto ciò; cacciatore, questo no. Non diremo di più per preservarne l’anonimato e salvaguardarne la funzione. Lo chiameremo Marco Aurelio.

Onestà intellettuale ci spinge ad ammettere l’utilizzo di una pur breve ed innocua trance ipnotica su Marco Aurelio, come tentativo di entrare in diretto contatto con il suo inconscio profondo e ottenere informazioni che nel pieno possesso delle facoltà non lascerebbe emergere.
Il risultato è un flusso verbale che a momenti sembra un’evocazione ancestrale, in altri una preghiera e poi ancora erudizione storica, un mantra, un anatema e una poesia, un ammiccamento malizioso e un rimprovero agronomico, un codice per iniziati mistici e un depistaggio per i poveri di spirito, un proverbio e una sospensione scettica, scene infernali e ingenuità infantili,
Poi, dissolta la trance, torna ad essere la persona che vedono tutti, con la ritrosia garbata e la riservatezza impacciata di chi teme che la propria disponibilità assoluta all’interazione con il prossimo non meriti d’essere espressa…


Chi è interessato a saperne di più può scrivere a masihit@yahoo.it

A tutti gli altri lasciamo l’invito a imparare a guardarsi attorno per riconoscere i custodi invisibili e ringraziarli con lo sguardo. Non capiranno ma apprezzeranno.


photo courtesy of http://www.flickr.com/photos/siriooiris.

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